Cerco riparo sulla Murgia dal forte vento di scirocco che da un paio di giorni preme sulla costa ma anche qui non scherza (settimana scorsa ndr).
I giganteschi tronchi degli alberi sono immobili mentre le fronde più alte oscillano bruscamente.
Prendo le strade che tagliano i boschi e quelle dentro le vallate, ma il vento come l'acqua avanza e riempie gli spazi.
Se a distanza non ritrovi la sua fastidiosa costanza è quando si alza come un onda su un gradino naturale che mostra la sua violenta forza.
Quando soffia alle spalle non lo percepisco, quando invece è contrario è come una mano che mi schiaccia la fronte ricacciandomi di prepotenza tutti i pensieri dentro ma è quando si muove al mio fianco che fa paura, serpeggia basso nella terra arata, dietro la boscaglia o dietro tonnellate di pietre e quando trova uno spiraglio, piomba fischiando dal lato come una spallata.
Pedalo accompagnato dal silenzio in un orario di mezzo, a cavallo tra gli ultimi lavori in campagna e il pranzo del sabato, buono ma non eccessivo.
Dei tubi metallici oscillano al vento riproducendo un suono che ricorda quello delle campane appese al collo delle mandrie nascoste al pascolo quotidiano.
Suona la natura con artifici magici.
Giro come sempre senza un'apparente destinazione, solo per aggiungere chilometri e metri di dislivello alla memoria della gambe, ma ancora una volta mi ritrovo in un bivio dove un cartello indica la presenza di una chiesetta.
Scendo seguendo l'asfalto e mi ritrovo davanti all'ennesimo edificio religioso (probabilmente di recente costruzione - non trovandola segnalata nelle mappe) inglobato in un area edificata.
Riprendo verso il mio punto di partenza, tagliando l'abitato di Martina Franca e penetrando all'interno del bosco. Il giallo del muschio sulla corteccia rugosa di un albero, un fiore viola in mezzo alle margherite, un piuma intrecciata ai fili d'erba ad impreziosire la trama del prato.
Anche nella piazzetta regna il silenzio, il bar è chiuso. Le sedie colorate intorno ai tavoli, un paio di bicchieri lasciati sul muretto, il rosso del campari diluito nell'ultimo ghiaccio.
Salto l'aperitivo da parecchio tempo. Domani è domenica e ci torno nell'orario giusto. Qualche altro chilometro, reggo a stento il ritmo di due ciclisti incrociati durante la prima Pilano, mollo prima di scoppiare... Dopo Martina manca qualcosa, ritorno affannoso sula stessa strada come avvolgendo un nastro, ritorno al telefono.
