update TARANTO 08 Dicembre 2024
THE END OF THE F***ING WORLD
Da ormai un infinità di tempo è un rudere dove la vegetazione ha ripreso i suoi spazi, il vecchio ingresso, un semplice cancello di ferro, murato, la copertura in lamiera divelta dalle intemperie e dai cedimenti strutturali che se non ricordo male erano delle travi metalliche tenute in piedi da paletti prefabbricati circolari in cemento armato. Passandoci di lato non ci si fa quasi più caso ma buttando l'occhio oltre il muro la memoria ritorna...
Tutto lo spazio, un grande parallelepipedo era occupato da tavoli e sedie in legno, di quelle a fasce apri e chiudi! Sul fondo trovavano posto degli espositori con gli antipasti già pronti ed altro, sulla destra l'area adibita alla preparazione delle pizze e dei panzerotti, vera e propria specialità, ma ci arriviamo con calma, non ricordo se il forno era elettrico o a legna, ma il bancone di quelli oldschool in marmo grigio con tutte le ciotole dei condimenti a vista, le più classiche, olive, carciofi sott'olio, salsiccia piccante, affettati vari, acciughe e tutto ciò che uno poteva desiderare da una pizzeria degli anni ottanta, l'immancabile oliera di alluminio per il giro finale, un leggero passaggio per chi ci lavorava prima del muro che delimitava la zona cucina ed altri locali di servizio sconosciuti, erano altri tempi, il bagno non l'ho mai usato e credo che qualcuno dello staff ci viveva per tutta la stagione estiva, il locale infatti era stagionale e prendeva vita intorno a maggio/giugno, prima vedevi qualcuno che andava a ripulire, sistemare, poi portavano le sedie e i tavoli e poi apriva per tutta l'estate senza sosta dalle sette di sera fino a notte fonda fino a quando ricominciava la scuola a Settembre.
Per molti di noi è stato un punto di ritrovo primordiale, un H24 analogico, quando il riferimento era la "comitiva" di via Ghiozzi e via Attinie, un'infinità di ragazzi tra i quindici e i vent'anni, di San Vito a 365giorni (come me), o di chi aveva la villa solo per l'estate, di chi l'affittava, tarantini, ma anche da Milano, da Roma, da Bari (ricordo anche i nomi ma mi fermo qui, perché qui poi si apre un capitolo sulle feste fatte nei giardini di casa, i flirt, il mare le partite di calcio (eravamo tutti campioni) nei campi liberi o nel primo campo che potevi affittare, quello di Billo dietro la chiesa, ironia della sorte oggi una pizzeria!!
Ma tornando invece alla nostra pizzeria ci si vedeva lì intorno alle 20:30, dopo che avevi mangiato tassativamente a casa, non come oggi e solo se avevi fame e a quell'età l'avevi sempre e avevi i soldi e a quell'età non li avevi mai ti sistemavi lo stomaco con una pizza o molto più economicamente con il leggendario panzerotto al forno di Attilio!
La memoria e l'inflazione hanno abraso dai miei neuroni il suo costo, credo mille o duemila lire (!?) per un panzerotto di notevoli dimensioni, che dovevi reggere con due mani e che veniva avvolto (almeno negli ultimi periodi) in un'estremità con un piccolo strato di stagnola e poi nell'usuale foglio di carta da forno marroncina, ripieno classico, mozzarella e salsa di pomodoro che una volta usciti dal forno raggiungevano la temperatura del magma. Ai primi morsi tutto bene, la gravità spostava il ripieno alla base e quando l'involucro esterno perdeva la sue aderenze, se non le aveva già mollate in fase di cottura, diventava un'impresa non bruciarsi "le musa" con quel liquido incandescente o sporcarsi la maglietta figa dell'occasione. Mangiare il panzerotto era un esercizio di stile, una coordinazione perfetta tra morsi alla pasta, suggere il ripieno, e trovare l'equilibrio che mettesse in sicurezza corpo e anima da eventuali fuoriuscite infernali.
Per il resto eravamo li davanti o al primo tavolo entrando sulla sinistra (che salvo il pienone delle grandi serate) ci facevano sempre usare come punto d'appoggio provvisorio per le nostre consumazioni e le nostre chiacchiere e fantasie sul proseguo della serata, quasi sempre nelle vie limitrofe o il sabato sera a ballare alla spiaggia sottufficiali, se si riusciva a trovare l'invito!
Nel locale era stata ricavata anche una saletta (più che altro direi un loculo - la parte bianca sulla destra in foto) dove venivano messi i videogiochi, non c'è ne stavano più di due e che qualche si prendevano i nostri spiccioli ma che il più delle volte erano monopolizzati dal figlio di uno dei due proprietari, che giocava in piedi sulla sedia in pantaloncini e canottiera... Rivisto qualche tempo fa è diventato una sorta di marcantonio.
Poi lentamente si cresce, i punti d'interesse si spostano e le cose cambiano. La pizzeria da un anno all'altro chiude, ma non certo per le nostre defezioni, il mercato va avanti, Attilio lo ritrovi in una piccola pizzeria d'asporto in città, ma ti sto parlando di almeno dieci anni fa, e già allora il panzerotto non aveva lo sesto sapore o più banalmente non aveva la stessa vita che ci girava intorno e gli dava quel sapore speciale da Fine del Mondo!
HITPARADE - The Cure – Songs of a lost world
T.N.S.F.
LUCI DI POSIZIONE - Ore 18:00 una signora in auto si ferma al semaforo rosso di via Minniti angolo via Bruno, la signora ha le luci spente, un tipo che attraversa a piedi gentilmente l'avvisa della sua dimenticanza <Signoò, appizicl' l' lucjè ca tant no si paj!!>
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